Si è inaugurata ieri sera alla Galleria Centometriquadri Arte Contemporanea di Santa Maria di Capua Vetere, ( Via Santagata, 14 ) la mostra dell'artista Maria Gagliardi, dal titolo " Ciò che il tempo fa cambiare, e non il nome, che non varia mai " a cura di Antonello Tolve.
Seconda tappa di un interessante progetto espostivo legato allo scomparso scrittore Josè Saramago, da cui si sviluppa il lavoro della Gagliardi, attraverso la tecnica dell'estraniamento, e di altri abili intriganti rifacimenti concettuali chiamando in causa la parola, ritrovamenti ed incidenze fenomeniche, riesce a costruire un universo visivo toccante e nostalgico, che cattura e avvolge nelle sue stanze mentali.
Ripropongo anche nell'occasione, la mia recensione scritta per Biografie nel mese di Febbraio di quest'anno.
Buona lettura in compagnia di Maria Gagliardi e di chi scrive.
E’ stata
inaugurata, sabato 8 Febbraio, al Vascio Room Gallery, lo spazio no profit del
Rione Casamale di Somma Vesuviana (Via
Botteghe, 15 ) , la mostra di Maria Gagliardi, dal titolo “ Biografie “ a cura
del Collettivo Summa , che resterà visibile fino al 30 Marzo.
La
Gagliardi da anni si dedica con intenso fervore a ricostruire storie di persone
e di nuclei famigliari a lei non riconducibili per parentela o provenienza;
operando in tal senso e tracciando le coordinate di un vasto e ramificato
atlante della memoria che cresce di vite e storie altrui, l’artista che
seleziona il materiale fotografico recuperato con cura e partecipazione, e su
cui talvolta interviene con tagli o facendo ricorso al colore innestandolo
nell’ovale dei volti, restituisce per così dire, nell’arteria del visibile uno
spaccato che disorienta mentre intesse e
dialoga con entrambi i medium.
Sottratta
alla dimensione intimistica soggettiva che poteva far apparire l’operazione
come mero esercizio della memoria, le biografie di questi personaggi che
potremmo definire “ non illustri “ ,
parafrasando il titolo di una opera narrativa di G. Pontiggia, raccontano con
il realismo delle immagini la distanza che le separa e le allontana nel tempo,
avvalorando quanto affermava la Sontang, quando
rimarcava che le foto sono ingannevoli, sono l’istantanea di un dato
momento della vita, ma non valgono per sempre.
Compiuto
l’atto di scelta e di raccolta del materiale fotografico che altri ( ignoti e
senza nome ), hanno fissato per sempre, la Gagliardi tenta di restituire vita e
senso al mosaico di esistenze precipitate nel suo tempo, ricordando come
annotava la filosofa spagnola Maria Zambrano, (.”attiva negli anni cinquanta a
Roma, esule e amica di Elena Croce e di Elsa Morante ) che “ il tempo dura nel
mentre che divora,così la dimensione essenziale del tempo è la profondità, non
la durata. Dura alla sua superficie”.
Si
intrecciano talvolta, attraverso il metodo dell’autrice, che inserisce nel contesto
dei materiali assemblati, corpi estranei ( piccoli oggetti, pietre ) allo scopo
di innescare slittamenti di senso e inusitati recuperi, storie dimenticate e
richiamate in vita di momenti salienti ( nascite, nozze, ricorrenze ) che
appartengono in estensione di significanza a tutte le genti, specie del bacino
meridionale.
Di
rilievo il libro/installazione, attraverso cui la Gagliardi rinunciando alle
immagini, percorre spedita in chiave concettuale ( che segna per intero
Biografie ) il nucleo tematico della poesia visiva, che si nutre di
slittamenti, cancellazioni, marginature, dolci parole, tattilità e grana della
carta ingiallita dal tempo, fuggendo il tempo attraverso il ricorso al libro,
testimonianza e racconto ( prova certa, dopo l’oralità ) viva sotto
cenere di brace.
Biografie
infine chiama in causa in un abbraccio corale, la memoria storica delle genti
del Casamale, dedite da sempre alla coltivazione delle “ terre a monte “ – scandendo il tempo delle
stagioni, e gli appuntamenti ciclici ( semina, raccolto, penuria, abbondanza )
che trovano ogni quattro anni degna cornice nella Festa delle Lucerne – nel ciclo della memoria il genius loci riverbera
con forza le sue radici, cosicchè anche a chi scrive è concesso di rivedere con occhi velati di
nostalgia, la vecchia foto del matrimonio in casa dei genitori Salvatore e
Carmelina, attorniati dai parenti.
“ Gli
uomini e le donne di un tempo, a partire dai nostri nonni, esprimevano il senso
di un esistere nella parca espressività di un mondo che si riduceva a poche
cose essenziali; i genitori, la famiglia, il duro lavoro, il rispetto, il
decoro, il sacrificio ( molti lasceranno la loro giovane vita sui campi di
guerra ), molto altro per loro non esisteva, ed era festa grande quando
qualcuno, scampato ai conflitti bellici, tornava in paese festeggiato dalla
famiglia, dai parenti, e da tutto il paese.” ( da Stamani < Sguardi e paesaggi del blog, pag. 80 ).
E infine
non c’è retorica in questo poderoso atlante di immagini, che Maria Gagliardi
lascia scorrere sotto i