Diana D'Ambrosio con validi attraversamenti effettuati negli anni di formazione accademici ( dato figurativo ancestrale ) successivamente ha orientato la sua ricerca stabilmente sull'utilizzo di materiali poveri, quali tufo, ferro, pietra, plexiglass più di recente, ottenendo dei risultati linguistici cospicui, che sembrano aprire nel suo fertile immaginario visivo, stagioni vive e pulsanti di impegno connesse al suo bisogno di sperimentare materiali eterocliti, prescelti per le vibrazioni della materia, avvalorando in tal senso quanto affermava E. Chillida, che annotava " Ogni materia ha la sua voce, basta saperla ascoltare ".
Feconda e germinativa di transiti tumultuosi nel colore è la ricerca di Franco Tirelli, di natura informel, che come ricorda R. Barilli, " è affaccio sul mondo " - dato fenomenico, esistenziale, carne della visione, sorretto nella libertà del transito gestuale, dalla misura del segno, dalla abituale consuetudine ininterrotta della grafica e del disegno.
Sopravvivono talvolta filamenti nella sua pittura, dati e concrezioni cromatiche che ne avvalorano il respiro, ne segnano il tumulto, marcano la superficie della tela lungo il periglioso iter espressivo.