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Si intitola “ Ombra di luce organica “, la mostra dell’artista salernitano Ernesto Terlizzi, dal 13 al 28 Ottobre alla Galleria Consorti di Via Margutta, 52/A di Roma, che con questa mostra inaugura la stagione espositiva 2010-2011.
Presenti, venti tavole miste di diverso formato, realizzate nell’anno in corso, alcune di esse esposte nella mostra “Diorama Italiano “ al 61 Premio Michetti di Francavilla al Mare ( CH ).
Sono tavole o tèche della memoria e della natura, dove un fitto reticolo di segni espansi e di materie che accompagnano fedelmente il racconto visivo dell’artista, si coniugano in sintonia svelando sensi riposti, con legni, carte, chine, e pietre, racchiudenti nella loro vita millenaria, il palpito inesausto della natura, il trascolorare delle stagioni, il flebile respiro delle materie inanimate, e pur tuttavia, vitali, portatrici di segni, di radici, di natura e cultura.
E’ da tanto, da almeno due decenni, che Ernesto Terlizzi, artista sensibile e sensitivo, per quel suo attento recepire le voci profonde della natura, enigmatica e mai del tutto svelata, che percorre come un pellegrino sulle rotte di un intimo viaggio spirituale, le zone di confine, di soglia, di liminare sensorialità, dove si annida, forse, l’immagine più gelosa, a cui tende il suo anelare nello spazio.
Perché di spazio si tratta; tutto elaborato sulle rotte di collisione di un segno che ha rappresentato sin dagli esordi negli anni settanta, la chiave d’accesso per penetrare nel fascinoso mondo della pittura e della visione, dalla parte dell’intrigo segnico e grafico, dal viluppo di forme organiche che tendono a crescere nella spazialità dei piani, a farsi chiamata di vita notturnale, con i grigi e i neri che riportano ad aree oniriche, scorte, forse dal foro piccolissimo dello sguardo.
Lo sguardo diretto però, è solo uno dei tanti possibili, c’è una altra visione nascosta dietro le cose, come aveva intuito Borges quando annotava “ La musica, gli stati di felicità, la mitologia, i volti scolpiti dal tempo, certi crepuscoli e certi luoghi, vogliono dirci qualcosa, o qualcosa dissero che non avremmo dovuto perdere, o stanno per dire qualcosa; quest’imminenza di una rivelazione, che non si produce, è, forse, il fatto estetico “.
Un contesto, allora, quello attuale, rinvigorito di senso, cresciuto in accumulo di forze, traslato sulle rotte di nuovi materiali eterocliti intervenuti e chiamati quasi a gran voce, a dar sostanza, a transiti mai esplorati, nel suo periplo più recente e urgente; non è artista Terlizzi da attardarsi in sterili rimasticature del già fatto, quieto sui raggiunti risultati di ieri, ma all’opposto, ed è questa la sua forza, sempre in procinto di partire per nuove conoscenze, come accade ora, per questa bella e intensa mostra romana.
In questa mostra Terlizzi ha voluto anche dedicare, per così dire, due opere al MAXXI, nuovo museo della città:” Planimetria organica “ e” Spazi di luce organica “, opera dell’architetto iraniano Zaha Hadid, che lo ha concepito come viluppo di forme e materiali in perenne trasformazione di luce - chiuso, ma contemporaneamente aperto alle prospettive storiche immerse nel magma infuocato della contemporaneità.
I lavori dedicati al MAXXI , con neri perpendicoli come baricentro di forza, di attrazione e gravità, aperti, anzi chiusi, come finestre tra il dentro e il fuori della visione, si alimentano di superficie ruvide e di carte, si nutrono nella loro espansione spaziale della sapienza dei collages, che marcano a fuoco la visione attraverso un colore già colore, già stato, trascorso, strappato al buio oblioso del tempo.
Si capisce allora che questa occasione espositiva per l’artista salernitano è una vera e propria proiezione di intenti, attuata attraversi i mezzi propri che possiede e fedele nell’intimo a se stesso, senza abdicare alla fascinosa potenza dello sguardo che mentre raccoglie e seleziona, nello stesso tempo non rinuncia confrontarsi con le sollecitazioni derivanti da altre aree di ricerca.
Ai fruitori ed estimatori della Campania, e sono tanti, della ricerca di Ernesto Terlizzi, non resterà che attendere il 4 Dicembre, quando presso il Punto Einaudi di Salerno, saranno di nuovo presentati questi lavori con altre inedite integrazioni.