
Festa grande per speculatori, palazzinari, uomini di capitali ( dubbi ) desiderosi di fare affari nel Cilento, e soprattutto a Acciaroli: Angelo Vassallo non c’è più.
La comunità del Cilento è piombata improvvisamente in un silenzio pesante; la barbara uccisione del Sindaco di Acciaroli con modalità che farebbero pensare a piste camorristiche, getta la tranquilla comunità in preda al panico.
Da tanto accade al Sud, che uomini integerrimi, sindaci, amministratori locali, consiglieri comunali, sindacalisti ( Del Prete ) giornalisti ( Fava, Siani, Tobagi ) come ricordato ieri su Repubblica da Roberto Saviano, vengano fisicamente eliminati perché “ di troppo “ perché ostacoli al proliferare della piovra.
Saviano ieri elencava un lungo elenco; alcuni li ho conosciuti di persona, esponenti della società civile vesuviana, di cui faccio parte, e conoscevo il loro valore, che alimentava le loro scelte sul fronte dei “ no “ – Angelo Vassallo era uno di questi.
Amava sinceramente i luoghi ove aveva le sue radici, e si dava da fare per farle conservare, perché ovunque noi siamo, siamo con le nostre radici.
Cibi cilentani, antiche pratiche culinarie della sua terra, sapori e odori delle essenze mediterranee e difesa della dieta mediterranea, unitamente al suo incessante impegno contro l’inquinamento, tanto da ricevere per il quinto anno consecutivo la Bandiera Blu, hanno attirato sulla perla di Acciaroli, già da tempo, riflessi di luci opache.
Vassallo era consapevole che la battaglia era difficile, dura, ostinata; chi dice sempre dei no, corre qualche pericolo; ma era impossibile per l’uomo accettare compromessi.
Quando girava a piedi per il centro storico del suo paese, riferiva che se scopriva che stavano dipingendo esterni con colori non adatti o fuori luogo, convinceva i proprietari a scegliere diversamente, e amava i cani, i nostri amici a quattro zampe ( quando le hanno integre ) e ne aveva raccolti più di venti a cui provvedeva personalmente, e desiderava portare a compimento per loro, per farli sfuggire ad una orribile fine o a lager come quello di Cicerale ( chiuso ) un progetto di tutela che si era però arenato per pastoie burocratiche.
Ma da qualche tempo strani figuri attiravano la sua attenzione, sempre vigile e desta; alla tavola ben imbandita c’è sempre la ressa.
Amava la cultura e la difendeva, sapeva che essa è presa di coscienza e innalzamento della soglia riflessiva, e il teatro, tanto da rivitalizzare le antiche case di Galdo con attori e compagnie.
La memoria di un uomo così, di un amministratore così, che ovunque andava faceva bene
( Comunità Montana, Parco Nazionale del Cilento ) dobbiamo difenderla con i denti; non ci sarebbe infatti oltraggio più grande, se Angelo Vassallo finisse nel dimenticatoio, e gli altri che verranno e occuperanno il suo posto alla guida di Acciaroli, proseguano sulla rotta della legalità che lui aveva indicato, senza cambiamenti di rotta o colpi di spugna.
Angelo non chiudeva gli occhi, neanche uno dei due disponibili, e per questo motivo ci ha lasciato.
Lo saluto con i versi Anna Achmatova, poetessa russa di forte tempra, tra le voci più significative del Novecento, e lei stessa combattente irriducibile e ostinata, che per diciassette mesi, nel 1938, si reca davanti al carcere per avere notizie del suo unico figlio, Lev – “ Io sono la vostra voce, il calore del vostro fiato, il riflesso del vostro volto, i vani palpiti di vane ali…. fa lo stesso, sino alla fine io sto con voi “.