
Si avverte, già dal titolo del libro, l’esigenza di Gaetano Romano di lasciare un segno chiaro, preciso, dei suoi pensieri.
“Scritture”
D’altra parte: Scripta manent.
E Romano questo concetto lo scrive, in modo chiaro, in uno dei bei capitoli (Il cecchino e la bambina) della sua prima opera letteraria:
“ I libri servono a farci tenere gli occhi aperti anche quando vorremmo tenerli chiusi”
In altre parole ammonisce: “Se è stato scritto non possiamo più dimenticare”.
Ho immaginato, leggendo le pagine di quest’interessante libro, un uomo teso a sistemare le proprie idee, a dar loro una logica, strutturandole.
E lo fa con grande attenzione e garbo.
Man mano che si sviluppano gli articoli l’autore porge, al lettore, tutte le informazioni per comprendere il testo fino in fondo e, in modo pacato, evidenzia gli aspetti importanti che lo spingono a scrivere e il tema diventa denuncia o esaltazione di un fatto, di un uomo, di un luogo. Si leggono interessanti considerazioni, accuse precise, ma mai aggressive, che ti spingono sempre a riflettere e rimangono lì tangibili.
L’autore cattura le cose che lo circondano e da questo punto di partenza ti coinvolge in un viaggio che attraversa fatti ed uomini consegnandoti non solo importanti informazioni, ma argute considerazioni.
Per questo l’articolo diventa un’esperienza importante su nuovi ed originali argomenti o puntuale approfondimento di temi conosciuti.
L’interesse di Gaetano Romano ad organizzare le proprie idee, i propri pensieri, viene da lontano, infatti, già da tempo, sul suo blog, propone gli argomenti oggi raccolti nel libro.
Ma il blog, internet, non sono solo il mezzo per comunicare, è anche il luogo dal quale osservare il mondo
Leggendo il libro mi è venuto alla mente Fernando Pessoa, lo scrittore portoghese che alla finestra, di una casa di uno dei vicoli della vecchia Lisbona, si fermava ad osservare il mondo che lo circondava e da quelle meditazioni sono nati brani, tra i più belli e profondi mai pubblicati. Ha scritto dell’Inquietudine.
Romano mi fa pensare ad un moderno Pessoa, ad un Pessoa del 2000 teso ad osservare il Mondo dei fatti.
Li osserva, è colpito da essi, li medita, li propone, li commenta e può essere inquietudine o esaltazione.
Il libro è diviso in 4 parti:
mondo
luoghi
figure
scritti d’arte
Prima parte. Mondo
È un’analisi di fatti accaduti nel nostro mondo. E non ha paura di affrontare temi di ampia importanza che farebbero tremare le gambe, lo fa con pacata saggezza e maestria e te li offre come se fossero tuoi.
Ci parla dell’Olocausto ma con pari dolore e sdegno delle bombe nucleari sganciate in Giappone. E poi di Delara Darabi condannata a morte per impiccagione a soli 17 anni. Fa delle considerazioni attente sulla psicoanalisi e su Freud e allo stesso modo ci presenta tanti altri spaccati del nostro universo, siano esse storie immense, o fatti semplici del nostro vivere quotidiano.
Seconda parte. Luoghi
L’autore non è solo ad una finestra affacciata sul mondo.
Ha un’attenzione particolare per i paesaggi.
Ed ogni luogo è da esplorare, pensare: in particolare i luoghi che incontra lungo il cammino, i luoghi della sua infanzia, i luoghi del suo paese ed in questi capitoli, dal sapore più personale, a mio avviso, suscita le emozioni più intense. E questi paesaggi diventano spesso i luoghi dell’anima dove perdersi con i propri pensieri.
Sono i suoi spazi: monte Somma, Ercolano, Fiume Sarno. E luoghi ancora più intimi: la finestra di fronte, il cimitero del proprio paese.
Descrive spazi che si popolano di figure, pensieri che sembrano dissolversi tra le righe per ritrovarli poi fortemente impressi nella mente.
E tra questi luoghi è raccontato, con delicatezza Il fiordo di Furore.
Terza parte. Figure
Abbiamo detto Fatti, luoghi, ma non potevano mancare gli Uomini. Gli uomini, quelli veri: Alda Merini. Saviano, Pasolini, Falcone, Borsellino, Giancarlo Siani, Leopardi, ma ci parla anche di autori meno noti come Rocco Scotellaro, uomo fortemente radicato alla sua terra, la terra del sud, per la quale Romano condivide, con lo scrittore di Tricarico, un amore profondo.
Quarta parte. Scritti d’arte
Si mescola in questi capitoli l’amore per la scrittura ed il lavoro di ogni giorno.
Con sapienza Romano ci parla di numerosi autori e delle loro opere. Gli scritti si popolano di colori dietro i quali è piacevole perdersi…
Sono numerosissimi gli spunti offerti da “Scritture” ed è impossibile inseguirli tutti, ma prima di concludere vorrei sottolineare l’interesse dell’autore per i confronti.
Romano è attratto dai confronti. Quello che interessa all’autore non è l’ampiezza dell’opera compiuta ma la motivazione, la ricerca, il percorso.
Per cui non c’è differenza tra i colori dell’immenso Van Gogh con i colori dei sogni di Delara Darabi: la pittura come via d’uscita, rivolta, sovversione terremoto.
I confronti possibili sono tanti e non vi sono limiti di spazio o di tempo:
Il fiume Sarno ed il Po – il Salento ed il Texas – Rocco Scotellaro e Sergej Esanim e …
Grazie, infine, all’autore perché ci ha regalato con “Scritture” uno spaccato degli ultimi anni con puntuali informazioni e ci sollecita a pensare, a rincorrere emozioni in un libro in cui si intrecciano e si rincorrono, Uomini, fatti, luoghi del “Nostro piccolo, grande mondo”.
Enzo Capuano