
Si è spenta alla veneranda età di 98 anni l’artista Louise Bourgeois, dopo una vita dedicata alla ricerca, gremita di lavoro e, negli ultimi anni, densa di riconoscimenti in Europa e negli Stati Uniti.
L’immagine sua forse più definitiva l’ha lasciata nel 2000, nell’allestimento che inaugurava uno dei nuovi templi dell’arte contemporanea mondiale, la Tate Modern di Londra, dove l’amatissima artista, aveva lasciato, pulsanti nella metamorfosi delle forme, tre altissime torri che, collocate nella sala d’ingresso, l’immensa Turbine Hall, contenevano, ciascuna, sculture di una madre e del proprio bambino, mentre un gigantesco ragno femmina in acciaio ( Maman ) trasportava, lì accanto, le sue uova.
Si formò come scultrice alla École des Beaux-Art di Parigi, per poi approdare a New York City nel 1938. Acquisì la cittadinanza degli Stati Uniti nel 1951 e partecipò a diversi correnti artistiche, dapprima sotto l'influenza del surrealismo degli emigrati dall'Europa, e, dedicandosi, a partire dagli anni sessanta, alla lavorazione del metallo realizzando tra l’altro delle installazioni.
La sua popolarità aumentò con la partecipazione alla Documenta nel 1983 ed alla Biennale di Venezia nel 1993.
Negli anni più maturi, l'artista si occupa in maniera approfondita di temi come la sessualità, la famiglia e la solitudine, rappresentando immagini trasfigurate del membro maschile nelle sue installazioni e celebrando il concetto di maternità con enormi sculture filigrane a forma di ragno; si tratta di opere di carattere onirico spesso ripetute per essere poi installate in diverse città, dell'altezza di una decina di metri.
La Tate Modern di Londra le ha dedicato un’ampia retrospettiva in occasione del suo novantacinquesimo compleanno (2007, destinata a continuare in diverse sedi di prestigio tra cui il Centre Pompidou
Dal 5 maggio al 19 settembre 2010 aprirà al pubblico una retrospettiva a Venezia a cura di Germano Celant, presso la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, che presenta la produzione quasi sconosciuta di opere realizzate in stoffa.
La notizia della morte di Louis Bourgeois è arrivata come un lampo nella città lagunare il 31 maggio, mentre era in corso la preparazione della sua mostra al Magazzino del Sale. Louise Bourgeois. The Fabric Works (Louise Bourgeois. Lavori in tessuto) sarà così l’ultima mostra in cui l’artista ha partecipato attivamente, prendendo parte con sensibilità e passione ad ogni fase della preparazione.
La mostra, la cui ‘portata mediatica’ va ben oltre le previsioin iniziali, sarà visitabile fino al 19 settembre presso la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova.
Oltre al Magazzino del Sale ci sarà a disposizione anche lo Studio di Vedova, al numero 50 delle Zattere, recentemente rinnovato.
Curata da Germano Celant in collaborazione con Jerry Gorovoy del Louise Bourgeois Studio di New York, la mostra presenta opere in gran parte sconosciute fatte di tessuto e una ricca serie di disegni creati tra il 2002 e il 2008.
Principalmente montaggi, collage e assemblaggi di pezzi di suoi vestiti e biancheria, queste opere hanno una energia inquietante e sorprendente che deriva dalla loro ricchezza di colori e di linguaggio, simbolico e intimo.
Sempre in perenne oscillazione tra temi intimi e personali estrapolati dal suo vissuto, la Bourgeois ha posto per così dire, il suo posto di osservazione, dall’alto di una stazione dove inquieta e dissacratrice, osservava e produceva forme metamorfiche estrapolate da ossessioni ( la madre-ragno, ad esempio, infinitamente da lei amata, aggredita dalla violenza e dalla volgarità del padre )
Per poi stemperarle nella profondità degli archetipi e dell’ancestro.
Addio Louise.