
Tuba, questo è il
nome della bambina pakistana coraggiosa e sognatrice, che oppone i suoi versi
allo strapotere soffocante dei Taliban.
Ha 11 anni, vive nella periferia di
Islamabad, e ha scelto di combattere con i versi d’amore, la sua ostinata
battaglia personale contro i Taliban.
Dice “ Se si prenderanno la mia vita non
preoccupatevi – ma voglio che in Pakistan siano tutti uguali “.
Le poesie di
Tuba Sahaab, raccontano la storia di piccole donne che non hanno gli stessi
diritti dei maschi, e a cui i guerriglieri coranici negano il diritto allo
studio, alla vita.
Tuba è diventata molto famosa in Pakistan, e sogna di fare
l’astronauta.
“ E’ scioccante “ ha detto di recente in una intervista alla Cnn
– sentire che le donne non possono andare a scuola – vogliono farci tornare all’
età della pietra, ma noi ci batteremo perché questo non accada “.
La sua vita
incomincia intanto a conoscere le minacce e la paura; arrivano le prime lettere
minatorie, e anche qualche telefonata terribile:” Piantala o ti ammazziamo “.
Ma la piccola poetessa di undici anni ha più paura del silenzio intorno a lei,
che delle minacce dei Taliban.
I genitori sono orgogliosi e fieri della loro
bambina-poetessa, e hanno preso ad aspettarla fuori l’edificio della Overseas
Pakistanis Foundation.
In questo momento la battaglia di Tuba assume un
rilievo anche maggiore, perché il governo pachistano ha barattato una sorta di
tregua con i Taliban, in cambio dell’introduzione della sharia nella valle
dello Swat, che dista solo due ore di macchina dal quartiere dove vive la
ragazzina con i genitori.
Lì adesso, l’unica legge sarà quella islamica, e i
Taliban potranno continuare a imporre il coprifuoco, e impedire alle donne di
andare a scuola o di lavorare.
In questa sventurata area del paese,
raccontano, che c’è un posto chiamato “ piazza del macello “ , dove i Taliban
ammazzano e poi lasciano accanto ai corpi delle vittime, un foglietto di
avvertimento “ Non rimuovere per 24 ore “.
E’ il monito alla popolazione
perché apprenda la lezione.
Ma Tuba continua a scrivere poesie, che vengono
pubblicate con regolarità su un quotidiano locale, o declamate dai microfoni di
qualche radio popolare nei sobborghi di Islamabad.
E’ forte la potenza
evocatrice delle sue parole,la forza delle immagini è scioccante: “ Piccole
lacrime – recita una sua strofa – le loro facce simili a quelle degli angeli,
lavate col sangue.
Loro dormono per sempre con rabbia “.
I suoi versi parlano
anche della miseria delle baraccopoli, della difficoltà del vivere quotidiano.
Ha visto i più poveri e non li ha dimenticati.
E’ stata in Gran Bretagna, e ha
visto che una altra scuola è possibile: le ragazze potevano avere bei voti,
soprattutto frequentare proprio come i maschi.
Ha fatto il tifo per Barack
Obama, e ha pregato per lui, e adesso in cuor suo, spera di poterlo incontrare,
e fargli leggere le sue poesie, che parlano di libertà, di parità tra i sessi,
di non violenza.
Onore a Tuba, che in Pachistan, nella città di Islamabad,
combatte con le armi della poesia l’oscurantismo delle leggi islamiche dei
Taliban.