
La mostra allestita nel Chiostro del Bramante, a Roma, è dedicata, per la prima volta, all’abilissimo condottiero, al celebre scrittore, al politico sottile, brillante uomo di mondo, padre adottivo del futuro Ottaviano Augusto, primo dittatore unico della Repubblica Romana.
La sua vicenda si dipana dal 100 a.C., anno della sua nascita, al 15 Marzo del 44 a.C., giorno del suo assassinio in Senato, sotto la statua di Pompeo.
La sua carriera politica, intrapresa in età matura, è intensa. La mostra ne evidenzia con sculture ed altre opere significative, la poliedrica personalità.
Il ritratto detto “ Cesare Chiaramonti “ delle Collezioni dei Musei Vaticani, è l’icona della mostra: ci presenta Cesare in età matura, con le guance scavate dalle fatiche e dalle privazioni.
Naturalmente accanto a lui compaiono i personaggi protagonisti della vita politica del suo tempo: Cicerone, Crasso, Marco Emilio Lepido, Pompeo.
Sono emblematici alcuni reperti: la Sella Curule, scolpita nel marmo, la Tavola Bronzea dagli Scavi di Eraclea, oggi a Napoli; mentre il Rilievo che rappresenta la costruzione dell’antico porto di Terracina, di età tardo-repubblicana, è la testimonianza della febbrile attività edilizia intrapresa da Cesare.
Momento emblematico è l’impresa contro i Galli, descritta da Cesare stesso, seppure in terza persona, nel “ De Bello Gallico “ .
In mostra sono esposte le armi provenienti dal famoso assedio di Alesia, in cui il fiero comandante dei Galli, Vercingetorige, è costretto alla resa.
Dal Museo Calvet, di Avignone, proviene una statua di un guerriero gallico con l’armatura, forse per celebrarne il ruolo.
Da sottolineare il “ Cesare In Scisto Verde “ , dei Musei di Stato di Berlino : opera postuma realizzata in Egitto da artisti alessandrini, probabilmente commissionata da Augusto.
Momento importante è la sua presenza in Egitto, quando pose sul trono Cleopatra, donna di doti intellettuali e politiche non comuni, sorella e sposa di Tolomeo, dopo che questi gli presentò, su un piatto, la testa di Pompeo.
In una sezione della mostra vi sono esposti preziosi monili, ostentati dalle matrone romane, di fattura egizia.
Nel grande salone vi sono straordinarie opere d’arte di età cesariana: ritratti di “ padroni di casa “ ; grandiose lucerne, splendide coppe ritrovate nell’antica Gallia.
Non mancano testimonianze delle Arti Suntuarie: coppe in vetro e in calcedonio.
Spicca per l’assoluto valore artistico il grande piatto argenteo, ritrovato ad Aquileia, oggi nella collezione del Museo di Vienna.
Tra le gemme, merita attenzione un “ Intaglio in Calcedonio Chiaro “ con il profilo di Cesare.
Grande rilievo storico hanno le monete.
Si suggerisce di porre attenzione alle ultime sale ispirate alla vicenda di Cleopatra; alla serie di grandiosi dipinti provenienti da diversi Musei francesi, la tela di “Vergingetorige che si arrende a Cesare “ di H. Motte e la drammatica rappresentazione del “ Prigioniero Gallo con la figlia a Roma “ di J. Barrias del Museo di Autun, espressioni del “ realismo romantico “ della pittura francese.
Il 44 a.C segna la fine del grande condottiero: il suo assassinio piuttosto che cancellare la memoria o spegnere la fama, contribuì alla diffusione del mito.
Viene affrontato il tema della memoria e del culto di Cesare che non si persero mai, dall’età alto-medievale, al Rinascimento, al ‘ 700 e ‘ 800.
Basta citare l’eredità e l’ispirazione che da lui trasse Napoleone Bonaparte.
Infine, nel ‘ 900, è soprattutto il cinema che mantiene viva e popolare l’immagine del “ dux “ .
Si conclude questo excursus del nostro passato, alle radici del futuro Impero Romano, sicchè si può affermare senza tema di retorica, "che tutto quanto di grande è, al mondo, è Romano Ancora"
Liliana Borriello