
Questo hanno deciso i giudici per uno dei delitti più efferati degli ultimi anni, che ha sterminato una famiglia ( mamma, madre, vicina di casa, e il piccolo Youssef, di due anni e tre mesi ).
“ Condannateci pure ma fateci restare assieme “ dice Olindo Romano, terrorizzato non per il carcere a vita, che chiude ogni speranza di rivedere il mondo fuori dalle sbarre, ma per l’impossibilità di rivedere la compagna e, forse, l’ideatrice della strage.
Si annida un mostro tra la gente che vediamo ogni giorno per anni, un mostro senza identità precise, senza un volto segnato da caratteri decifrabili.
Ma ora hanno un nome e un volto, ed è quello di una coppia anonima e scialba, senza figli, che per dissapori e rancori di vicinato, una sera decide di fare tabula rasa degli occupanti l’appartamento sopra le loro teste, da cui, dicono, provenivano rumori insopportabili, grida di bambini, rumori di una famiglia che vive.
C’è tanto assurdo in questa vicenda che non potrà essere spiegato e compreso neanche dai giudici che pure hanno ricostruito con meticolosità gli eventi.
Neanche loro potranno con i loro codici spiegare l’assurdo di due altri esseri umani che con ferocia e determinazione, lucidamente si introducono in casa, e a colpi di coltello non esitano ad uccidere un bambino bellissimo, e ignaro.
“Preparatevi. Oggi faremo un lungo viaggio nell’orrore “ dice il Pubblico Ministero.
Saranno sette ore da tagliare il fiato, tra ricostruzioni, parole, filmati, intercettazioni, fotografie, analisi scientifiche.
E’ lungo l’elenco dei numeri di coltellate e di sprangate, servite per quella carneficina: 76 colpi in tutto, prima Raffaella, poi sua madre Paola, poi Youssef e infine la signora Valeria ( solo per lei 34 coltellate e otto sprangate ).
Il silenzio si fa più silenzio quando sullo schermo compare il marito di Valeria, la vicina di casa, Mario Frigerio, il solo sopravvissuto alla strage, accoltellato alla gola e abbandonato in un lago di sangue, perché creduto morto.
Drammatico il riconoscimento dell’assassino Olindo Romano, da parte di Mario Frigerio che con un filo di voce per le corde vocali menomate dice “ Sì, sono sicuro, sicurissimo. Era Olindo “ e poi piange in silenzio.
E poi la conclusione del PM; ergastolo, mentre dal pubblico si levano le parole represse per ore “ Metteteli dentro e buttate le chiavi “.
E cala il sipario.