La nera signora, deve essergli apparsa, ai suoi occhi allucinati e velati di ombre di colore nero, come l’unica portatrice di verità.
Una verità terribile e scomoda, che ha suonato ai suoi orecchi irrimediabilmente.
C’è una macchia nera che si allarga davanti agli occhi, che non si riesce a spostare, che non vuole andare via, che non vuole uscire dal campo visivo; è quella di chi giunto in ore capitali per se stesso e per gli altri vicini a lui, è pronto ad azzerare gli affetti più cari perché convinto che nulla ormai possa più valere.
“ Pensavo che l’amore fosse eterno, e avevo torto “ dice il poeta inglese Auden nella poesia “Blues in memoria “, che inizia con un perentorio “ Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono “ per significare l’enorme vuoto della perdita della persona amata.
I sentimenti anche quando sono molto forti non ci difendono dagli eccessi della pazzia e del male di vivere; c’è qualcosa di più forte e incontrollabile che nemmeno le perizie e le indagini che sempre si mettono in campo in casi come questi, riusciranno ad indicare.
Il boato proveniente dalle zone oscure della psiche, si è rinchiuso su se stesso e ha trovato nella propria famiglia l’obbiettivo più vicino e immediato, forse perché nella terribile devastazione nichilistica, nella sfrenata rincorsa alla competizione messa in campo dalla società capitalistica, un anello non ha più tenuta e lentamente allenta tutti gli altri, fino a farci volere che nulla di quello che ci era più caro possa sopravvivere a noi stessi.