
Sabato 22 Novembre, Ulisse, la trasmissione dedicata ai temi e agli approfondimenti archeologici e storici, condotta da Alberto Angela, ha dedicato la serata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando gli americani non si fecero scrupolo di sganciare, per la prima volta, due terribili bombe nucleari, su due città ignare, per piegare il paese del Sol Levante.
Racconto di un massacro in presa diretta, minuto per minuto, secondo per secondo, fino all’epilogo finale, con lo scoppio dell’ordigno, e conseguente fissione nucleare.
Il lavoro degli scienziati, che in quegli anni facevano a gara a chi arrivava per primo, nel confezionare il terribile mostro, vide gli americani, sulla striscia di partenza, e quando già la Germania nazista aveva alzato le mani per invocare la resa, non restava che abbattere il grande paese imperialista asiatico, che aveva distrutto la flotta americana nel Pacifico, a Pearl Harbour.
Ore concitate nei corridoi del potere in America, e al Ministero della Guerra, le posizioni non erano unanimi, molti non avrebbero voluto quel tremendo tributo di sangue pagato da cittadini giapponesi ignari, ma i falchi come sempre ebbero la meglio, e il presidente Truman, infine autorizzò, dopo la risposta negativa del Sol Levante alla resa.
Ma vedere in diretta, la ricostruzione di quel disastro, emoziona e sconcerta, e viene da pensare che al male non c’è fine, e che non solo quello del nazismo e dell’olocausto di milioni di ebrei, ha riempito pagine della memoria, ma anche quello, quasi gratuito delle due città giapponesi, ha un lungo foglio di nomi e volti sconosciuti spazzati via dal terribile “clic “ di un bottone.
Il terribile clic causò più di mezzo milione di morti, e altrettanti, negli anni a venire, per le conseguenze letali della radioattività; sofferenze indicibili, davanti a cui la medicina stessa era in gran parte impotente e impreparata.
Feriti devastati dalle ustioni, corpi spazzati via, abitazioni, villaggi, sobborghi, tutto venne cancellato in pochi minuti dall’ordigno che in pochi secondi, prima di toccare terra, esplose in volo dando origine alla prima fissione nucleare a scopo di guerra della storia.
La luce sparì, il giorno diventò notte ( erano le prime ore del giorno secondo l’ora locale ) i bambini erano in procinto di raggiungere le scuole, le insegnanti le loro aule, le mamme accudivano per l’ultima volta i loro figli, gli innamorati si salutarono, i mercati si riempirono; mentre il calore, terribile, oltre ogni misura, bruciava l’aria diventata incandescente.
Fu allora che gli orologi si fermarono, perché nulla più valeva.