
“ Scusate ma io sono più vicino a loro “ – Pippo Delbono, attore, danzatore, performer ( ma forse autore è il termine che meglio lo definisce ) così dice riferendosi al suo ultimo spettacolo, “ La menzogna-studio “ ispirato alla tragedia della Thyssen-Krupp, che dal 21 Ottobre al 2 Novembre, apre la stagione del Teatro Stabile di Torino alle Fonderie Limone di Moncalieri.
Ma vicino a chi? “ Vicino a quelli che vanno a casa a piangere i propri cari morti sul lavoro “
Intervistato da Repubblica Donne, che gli chiedeva perché avesse deciso di portare a teatro la tragedia della Thyssen, cosi ha risposto “ Perché in certi casi il dolore diventa un fatto politico, nel senso di rivoluzionario, spirituale. L’intento non è spettacolarizzare un evento come quello della Thyssen, per venderlo, come fa la televisione, ma cercare di scavare per comprendere la responsabilità di ognuno “.
Repubblica gli ha poi chiesto – Nel suo lavoro, lei parla di un “ doppio livello di menzogna “….
“ La menzogna non è solo quella dei datori di lavoro, responsabili delle morti bianche, ma è anche quella alla base della nostra società. Siamo figli della Commedia dell’arte: portiamo una maschera e la dobbiamo accettare, facendo i conti con l’oscurità che abbiamo dentro. Ripartiamo da noi stessi, per evitare di riprodurre i meccanismi di potere che contestiamo negli altri “.
E tutto questo come rientra in uno spettacolo?
“ Lo spettacolo rende il senso dell’attraversamento del dolore. E il dolore, se lo scegli come compagno, ti fa aprire gli occhi. Ti fa prendere coscienza che la vera bugia è nell’intolleranza, nel razzismo, nel fascismo di ritorno che appartengono a ognuno di noi. Io, come artista, cerco di svolgere la mia funzione poetica-politica mettendo in scena me stesso, la mia carne, le mie ferite.
E anche il mio coraggio di mostrarmi “ sporco “ e infetto.
Una autentica confessione, del suo modo di fare e intendere il teatro, quella di Pippo Delbono, sempre in tensione con se stesso, sempre alla ricerca delle zone oscure che si annidano nell’uomo, e che nel caso di questo nuovo, importante spettacolo, che nasce dalla urgenza di un grave fatto accaduto sul lavoro, dove hanno perso la vita diversi operai, lo sollecita ad allargare lo sguardo per comprendere motivi vecchi e nuovi che sono alla base delle varie forme di esclusione e di intolleranza.