
Ma questa è una utopia bella e buona, dal momento che si teme per effetto del decreto Gelmini, che neanche nelle ore della mattinata molte scuole saranno più aperte.
I numeri fanno inorridire, perché lo Stato ha deciso di tagliare laddove mai avrebbe dovuto farlo, e questo soprattutto in Calabria dove sarebbe stato necessario uno sforzo addirittura maggiore rispetto ad altre regioni d’Italia, visto che da sempre storicamente lo Stato ha mostrato di non curarsi molto di questa bellissima e disagiata terra.
3458 saranno le cattedre tagliate in Calabria entro il 2011, e 44.000 quelle nel meridione entro il 20011, spariranno anche 992 asili, 989 scuole elementari – un bollettino di guerra da una regione afflitta dalla piaga della criminalità, che ha un nome sinistro : ‘ndrangheta.
“ La prima occupazione – dice il procuratore antimafia Nicola Gratteri magistrato di valore da sempre in prima fila – è il traffico di cocaina. La seconda, l’usura. La ‘ndrangheta si fonda sul consenso popolare, costruito con l’ignoranza e con l’esclusione della conoscenza. E’ un momento buio: dobbiamo lottare e gridare di più “.
In molti paesi le scuole sono collocate all’interno di appartamenti privati affittati da potenti locali, mancano laboratori, e se ci sono non vi è l’accesso, i giovani studenti sono parcheggiati ma non partecipano veramente alla didattica come sarebbe giusto.
In piccoli e sperduti paesi, come nelle Serre, mantenere aperta una scuola, significa obbligare lo Stato a garantire strade funzionanti, che da queste parti somigliano molto spesso a quelle del Caucaso, mantenere la vita e la socialità, portare libri, parlare e confrontarsi.
Sarebbe un regalo troppo grande se lo Stato lasciasse in libera uscita tanti ragazzi, pronti a finire nelle mani di chi ha interesse a mantenere l’illecito, i traffici, l’illegalità.
“ La scuola – dice l’etnologo Luigi Maria Lombardi Satriani – non va chiusa, ma migliorata.
Togliere maestri e professori fa risparmiare oggi, ma impoverisce e costa di più domani.
La Calabria, tutto il Sud, hanno bisogno di investimenti, non di tagli.
Servono strade, collegamenti che garantiscano a tutti e ovunque una vita scolastica piena.
Per questo la riforma annunciata pone lo Stato fuori dalla Costituzione: non offre pari opportunità formative, favorisce i ricchi e condanna i poveri “.
Parole dure quelle di Lombardi Satriani, che conosce bene la realtà meridionale, per non restare impressionati e feriti davanti a tanta superficialità, che rischia di produrre un vuoto enorme nella crescita culturale di cui queste terre e tutto il Sud in generale necessitano.
Infine, questa riforma rischia se non saranno adottati dei provvedimenti correttivi, di far precipitare il meridione d’Italia nell’Ottocento, nella secolare chiusura della mancanza di opportunità e di cultura, facendo in ultima analisi un bel regalo al clientelismo, per regalare affari alla ‘ndrangheta e a una politica corrotta, che controlla trasporti, costruzioni, commercio e soprattutto voti, che in queste terre valgono come l’oro.
La lucida follia di questo progetto deve essere fermata, il meccanismo perverso che rischia di sterminare il talento non deve passare, perché lo Stato appellandosi al rigore della finanza pubblica, rischia di consegnare definitivamente i giovani e il loro territorio alle mafie, in cambio di denaro e consenso.