
In occasione del convegno anche l’uscita del nuovo libro in inglese “ The Poet of Ashes “ lettura ideale per vedere l’America attraverso gli occhi del poeta.
Pasolini amava molto New York; ci arrivò nel 1966 in occasione della presentazione di Accattone e Mamma Roma.
Le sue prime impressioni le raccolse una giornalista di razza: Oriana Fallaci, nell’intervista pubblicata su L’Europeo intitolata “ Un marxista a New York “.
Queste le parole del poeta “ Non mi era mai successo di innamorarmi così tanto di un paese. Fuorchè in Africa, forse. Ma ( … ) l’Africa è come una droga che prendi per non ammazzarti. New York invece è una guerra che affronti per ammazzarti “.

Era arrivato in treno da Montreal, entrato nella grande stazione cerca un facchino, ma non lo trova; si avvia verso l’uscita, verso le caotiche strade di midtown, allora la valigia diventa leggera, il buio si fa luce, e New York si staglia davanti agli occhi come una sorta di apparizione.
Come deve essere apparsa Gerusalemme agli occhi dei Crociati – la lettura di The Poet of Ashes, restituisce la visione di New York e dell’America vista con gli occhi del poeta, che pochi giorni dopo essere arrivato la definiva “ città sublime “ il vero ombelico del mondo, dove il mondo mostra ciò che in realtà è “.
Ma l’America e New York sono ancora riconoscibili, oggi, nei giudizi dati allora da Pasolini?
Cosa è cambiato ?