
Ci ricollega alla terra di cui è profonda espressione, ai suoi umori forti e terragni, aspri a secondo dei casi, oppure dolci e abboccati, linfa segreta, da millenni si accompagna all’uomo.
Intorno al Vesuvio e alle sue terre di sabbia vulcanica nera – l’importante convegno nei giorni 12-13-14 Settembre al Castello Mediceo di Ottaviano – dal titolo “ I giorni del Lacryma Christi “ e il “ Premio Amodio Pesce “ intitolato alla memoria del fondatore della Strada del vino Vesuvio, fortemente voluto dalla Regione Campania e dal Comune di Ottaviano, farà il punto sui progressi ottenuti, con il qualificato sostegno dei numerosi esperti presenti - sin dall’antichità si è sviluppata per opera dei primi coloni Greci provenienti dalla Tessaglia la coltivazione della vite, che stava molto a cuore agli antichi romani e al vicino insediamento di Pompei dove molto se ne consumava, visti i costumi e la vita frenetica della popolosa cittadina. come riporta Plinio in molti suoi scritti.
Ma nei secoli per varie cause l’antica pratica del vino denominato Lacryma Cristi, rischiava di andare irrimediabilmente perduta, per accoppiamenti sbagliati di uve, per perdita di rigore compositivo, e per tanto altro ancora.
Sopravviveva nella memoria soprattutto il nome, quel Lacryma Christi foriero di antiche leggende e miti esportati in tutto il mondo, da italiani emigrati all’estero che avevano nel cuore e in bocca il ricordo di quel vino particolare ed esclusivo.
Ma con l’impegno degli ultimi anni di aziende del territorio, dove sono entrati vigorosi i giovani delle ultime generazioni, saggiamente supportati dai fondatori, e dall’aiuto di esperti enologi, la produzione di questo vino conosciuto in tutto il mondo è ripresa con nuova lena, e il premio che sarà assegnato Domenica 14 sarà il sigillo di tutta la manifestazione.
Ricordiamo che secondo il disciplinare il bianco può essere fatto con coda di volpe almeno per l’80 per cento a cui si può aggiungere falanghina o greco; per il rosso e il rosato si usa il piedirosso da solo o con lo sciascinoso a cui si può aggiungere una percentuale di aglianico non superiore al venti per cento.
E che per fregiarsi di questo nome occorre che il vino raggiunga i 12 gradi.
E’ già da alcuni anni che il vino si è diffuso tra i giovani, sostituendo la birra oppure altri prodotti di facile beva, andando alla ricerca di qualità e di sapori terragni, di aromi, di sentori, di corpi, che solo il vino può esprimere, risultato tecnico di minerali contenuti nelle viscere della terra e di antica saggezza contadina – e anche i giovani che sempre più numerosi affollano mostre d’arte e reading di poesia lo fanno senza distaccarsi mai dal bicchiere mezzo pieno di vino rosso.
Insomma il vino è un must.
Sulle prospettive immediate e future e sulle nuove tecniche in sperimentazione come l’appassimento, e la qualità dell’enologia praticabile sul terreno lavico, parleranno i wine maker Roberto Cipresso, Luigi Moio, e Lucio Mastrobernardino, moderati da Luciano Pignataro, nella tavola rotonda di Sabato 13 alle ore 18, nella magnifica cornice storica del restaurato Palazzo Mediceo, restituito già da tempo alla legalità e alla cultura, e alla piena fruizione della cittadinanza.
E in alto i calici, qui da Ottaviano.
Domenica ore 12:00 : Esito della premiazione - Premio Bianco - Cantine del Vesuvio
Trecase (NA) - Premio Rosato - Cantine degli Astroni Napoli - Premio Rosso - Cantine De Falco San Sebastiano al Vesuvio (NA).