
Il premio, riservato ad autore di libri, di studi, tesi di laurea, o articoli, ha come oggetto il sistema della comunicazione di massa, l’analisi e il contrasto dei fenomeni criminali.
Il primo premio su trentuno partecipanti è stato assegnato a Lilly Viccaro Theo, con una tesi di laurea dal titolo “ Gli anni di piombo e lo stragismo: rapporti e interazioni con la stampa ( relatore il professore Francesco Barbagallo della Federico II – premiata “ per la ricostruzione attenta e puntigliosa dei legami tra stampa, mafia, P2 e servizi segreti “ .
Secondo classificato Rosario Esposito
Un premio importante e significativo per ricordare la memoria del giovane Giancarlo Siani, che giovanissimo aveva intrapreso, con l’entusiasmo dei suoi anni, la difficile professione giornalistica, toccando con fermezza e decisione i tasti scottanti della cronaca nera, dall’osservatorio incandescente di Torre Annunziata, in quegli anni teatro di scontri sanguinari e predominio incontrastato di un forte clan locale.
Giancarlo aveva fermezza e decisione, e credeva fino in fondo in quello che faceva; molto documentato frequentava con assiduità i comandi delle forze dell’ordine, del Tribunale, e qualunque luogo dove poteva raccogliere notizie utili per le sue scottanti inchieste.
Lavorava sodo, ed era allenato al sacrificio, perché il giornalismo specie quando si è in trincea su determinati settori, è questo.
Aveva la vista lunga a dispetto della giovane età, e naturalmente come può accadere non passava inosservato; i suoi articoli erano molto precisi, con nomi e cognomi, e relative trame in atto, nell’immenso scacchiere malavitoso di quegli anni a Napoli.
Una bella figura di giovane pieno di ideali di giustizia, di legalità, di rispetto delle regole, di democrazia, che ogni giorno dal fronte torrese verificava quanto fosse difficile far trionfare.
Le voci più forti e insistenti spesso, è già accaduto, vengono messe a tacere per sempre; nel lungo elenco figurano i nomi di Walter Tobagi, di Giuseppe Fava, di Mauro De Mauro, e sicuramente di altri, che in questo momento in cui scrivo, emozionato e fortemente partecipe, non ricordo.
A questo elenco del dolore e del rimpianto dobbiamo aggiungere il nome di Giancarlo, che muoveva i primi passi con convinzione e professionalità, e che mani assassine hanno stroncato senza pietà.
Lo saluto con i versi di Anna Achmatova, poetessa russa di forte tempra, tra le voci più significative del Novecento, e lei stessa combattente irriducibile e ostinata, che per diciassette mesi, nel 1938, si reca davanti al carcere, per avere notizie del suo unico figlio, Lev – “ Io sono la vostra voce, il calore del vostro fiato, il riflesso del vostro volto, i vani palpiti di vane ali…
fa lo stesso, sino alla fine io sto con voi.
Ciao Giancarlo.