Si è spento da qualche giorno Mario Rigoni Stern, lo scrittore di montagna autore del celebre “ Il sergente nella neve “ dove aveva racchiuso le sue esperienze di guerra sul fronte russo, durante
Era nato a Asiago sull’Altopiano, dove poi tornò a vivere appena finita la guerra; portando nello zaino un materiale prezioso per la memoria – fogli, tanti fogli scritti durante la prigionia in un campo di lavoro in Masuria, a Nordest di Varsavia.
Come Primo Levi e Nuto Revelli si aggrappò alla memoria e alla scrittura per sopravvivere e conservare il ricordo, ritrovando negli anni la memoria contadina delle sue montagne.
Severo contro chi offendeva la natura e inquinava gratuitamente, aveva capito che la montagna è l’ultimo baluardo, l’ultima sacca di resistenza in un tempo in cui tutto si sgretola – essa è lì ferma severa e immutabile.
Vennero poi i bellissimi libri di Storia di Toenle, Arboreto Selvatico sugli amati alberi che popolavano l’Altopiano e le altre regioni della terra conosciute durante gli anni strazianti della guerra, come la betulla a cui rimase sempre legato per il ricordo che lo riportava alla Russia;e Le stagioni di Giacomo sui recuperanti delle sue valli che arrotondavano le entrate scavando e portando alla luce vecchi ordigni del I conflitto mondiale.
La scrittura per Rigoni Stern divenne un mezzo per non perdere il nome delle cose e un patrimonio di conoscenze ataviche, acquisite dai racconti orali che da bambino ascoltava dai nonni vicino al fuoco.
Perché come ha sottolineato egli stesso "La parola detta, viene molto prima della parola scritta. Ha un ritmo che si sposa con l'andatura dell'uomo, che è un'animale nomade imprigionato dalla modernità"
Amava il silenzio e i pochi rumori delle sue montagne, i suoi sentieri selvaggi e poco battuti, dove risuonavano al suo orecchio ancora i canti di guerra dei suoi commilitoni, tanti che la grande guerra aveva portato via.
Negli ultimi anni si era molto impegnato per la difesa dell’ambiente, lanciando messaggi accorati, collaborando su questi temi con importanti testate nazionali, e partecipando a convegni con i giovani a cui sentiva di lasciare urgente un messaggio.